venerdì 17 giugno 2011

Lo carico con GIS!

Molto spesso mi capita di sentire la parola GIS (acronimo inglese di SIT, Sistemi Informativi Territoriali) associata esclusivamente ad un programma software.
Le domande più ricorrenti sono: "Come faccio a caricare questi dati con GIS?" o ancora "Posso visualizzare questa carta con il GIS?". Ebbene, per me che in un certo qual senso sono un purista (ma forse più un estremista) del genere, sentire ciò mi fa letteralmente accapponare la pelle. E non esagero nel dire ciò.
Andando oltre, la seconda affermazione implica qualcosa in più: la carta è il prodotto finale (uno dei tanti) ottenuto dall'elaborazione di dati geografici con strumenti di tipo GIS, ma non con il GIS, e tantomeno, la carta è già lì, la vedi, al massimo con uno strumento di tipo GIS puoi visualizzare ed eventualmente analizzare i dati che sono rappresentati nella carta.
Ritornando al tema principale (e prendendo spunto dalla citazione famosa con la quale ho concluso il post precedente) i GIS sono un insieme di strumenti, hardware e software, di persone, utilizzatori ed utenti, di regole, metodi e processi organizzativi, e di dati, in qualunque forma e sostanza essi siano. Da questo si evince, molto facilmente, che il software costituisce solo una parte - piccola o grande a seconda degli obiettivi - di quello che è un sistema informativo territoriale, che è quindi una vera e propria infrastruttura (informatica) orientata alla gestione di informazioni georeferenziate, ossia con una specifica posizione sul territorio, elemento di unificazione di diverse banche dati.
Questa infrastruttura richiede una buona progettazione che permetta di mettere insieme i diversi attori che la compongono e richiede anche la definizione delle regole di implementazione, formazione e pratica operativa.
Per sintetizzare: "Think big, start small", che tradotto vuol dire pensare in grande, ma iniziare dal piccolo. Questo per dire che la costruzione di un buon sistema informativo territoriale parte da piccoli presupposti per raggiungere grandi obiettivi.
Ho concluso anche questa volta con una citazione famosa.
Compito a casa per chi carica i dati con GIS (ma anche per tutti gli altri): chi è l'autore della citazione famosa?

giovedì 9 giugno 2011

Che lavoro fai?

Apparentemente è una domanda semplice o abbastanza semplice.
Solitamente uno sa cosa rispondere e a seconda di chi si ha davanti si può più o meno argomentare e solitamente chi si ha davanti capisce.
Ebbene, nel mio caso, ho sempre avuto serie difficoltà a far capire quale fosse il mio lavoro.
Molte volte dopo aver risposto mi è capitato di sentire: "Ah, sei un informatico!"; ecco non proprio, è una passione, ma non sono un informatico puro, inteso nel vero significato della parola, anzi della professione. Nonostante ciò molte volte mi è capitato di dover risolvere (e non sempre ci sono riuscito) problemi vari su computer, stampanti, scanner.
Un'altra volta sono stato costretto a dover dire che il mio mestiere è fare carte turistiche; cioè, mi è capitato a volte di fare qualcosa che assomigliasse ad una carta turistica, ma ci assomigliava e comunque non è nemmeno quello.
Ma la versione più divertente è stata: "Ho capito, lavori in una tipografia!", ecco quella è stata la volta in cui mi sono sentito più in difficoltà e a quel punto, mestamente, ho mentito: "Sì giusto, lavoro in una tipografia.".
Insomma non è facile spiegare a chi non è del mestiere, o meglio di questo mestiere, che mi occupo di Sistemi Informativi Territoriali e cioè di rendere geograficamente comprensibile ciò che apparentemente non lo è o ancora più sinteticamente di rendere geografico ciò che non lo è.
Ed è ancora più difficile far comprendere che ciò che uno fa per mestiere è poi in realtà una passione anche nella vita quotidiana e quindi può sembrar strano se uno mentre va a sciare si ferma improvvisamente per rilevare la posizione (con tanto di quota) del punto in cui si trova oppure se mentre torna a casa dal lavoro registra il percorso con tanto di punti in corrispondenza di ogni fermata dell'autobus.
Ecco, forse proprio questi due esempi permettono di comprendere meglio cosa vuol dire rendere geografico ciò che non lo è, (ma lo può diventare) o meglio  di rendere geografico ciò che in realtà non appare legato in maniera immediata con il territorio che ci circonda.
Concludo questo primo post con una citazione famosa: "Un sistema informativo geografico è composto da una serie di strumenti per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale.".
L'autore non ve lo dico, ma chi è del mestiere sicuramente lo sa.